Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà
- Scritto da Anna Maria Possidente
- Pubblicato in Film in sala
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Il terzo capitolo, visti gli incassi piuttosto scarsi ai botteghini, già poteva far capire che non avrebbe avuto senso continuare. Evidentemente Laurent Tirard, il regista di Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà, non è di questo parere. I più cattivi potrebbero pensare che, vista la facilità con cui oggi si sfornano sequel di pellicole di successo come fossero pagnotte, uno in più non fa la differenza. Comunque sia, il film è davvero l’ultimo della saga, in tutti i sensi.
50 a. C. Giulio Cesare, assetato di nuove conquiste, decide di invadere un misterioso Paese che si trova ai limiti del mondo conosciuto: la Britannia. Soltanto un piccolo villaggio scampa alla furia dell’esercito romano e la regina decide di chiedere aiuto agli abitanti di un altro piccolo sobborgo della Gallia, per fronteggiare gli invasori. E così Asterix e Obelix partono alla volta di questa terra tanto strana, in cui le persone - secondo loro - parlano al contrario e alle cinque del pomeriggio interrompono ogni attività per riunirsi in piccoli gruppi a bere acqua calda. Non sono che alcuni dei luoghi comuni sugli inglesi che il regista utilizza per divertire ma che, a dir la verità, sono così ovvi e poco sottili che stuccano subito. Per non parlare delle forzature nella sceneggiatura: è chiaro che in un film per il cinema non si può parlare la lingua di oltre 2000 anni fa, ma Cesare disteso sul lettino dello psicanalista o che utilizza un piccione come telefono cellulare dicendo che non c’è campo, è davvero troppo.
Almeno nel primo film c’era un brillante Roberto Benigni nei panni di Lucius Detritus; qui gli italiani non mancano (e sono pure attori tutti bravissimi!) ma sono quasi ridotti al rango di comparse: Luca Zingaretti, Filippo Timi, Neri Marcorè. L’unico che si salva è Gerard Depardieu, sempre intenso in ogni ruolo, ma il duo comico con Asterix (alias Edouard Baer) non è divertente come ci si aspetterebbe. Certo, da una produzione di oltre 60 milioni di dollari si esige molto di più: niente trama interessante, neppure l’ombra di una comicità sottile, effetti speciali ormai superati, nonostante la pellicola sia in 3D.
Interessante la riproduzione di Londra ai tempi di Cesare ma, salvo alcuni piacevoli sprazzi, non possiamo che stendere un velo pietoso sull’intero film. Sperando che i colpevoli non decideranno per il futuro di reiterare il danno.