Guai legali per Terrence Malick e il suo Voyage of Time
- Scritto da Luca Polacco
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Una massiccia realizzazione divisa in più parti sulla nascita del pianeta Terra, sugli eventi della storia del nostro cosmo e sullo stato presente e futuro del nostro pianeta. Il tutto si sarebbe dovuto dividere in due film da 45 minuti per poi concludersi con un lungometraggio da 90 o 150 minuti circa. Perché diciamo dovrebbe? Perché tutto questo accadeva più di 5 anni fa, con il regista in cerca di investitori.
Si avvicinarono a lui la Seven Seas, con 3,3 milioni di dollari ed un altro fondo no-profit con 2,5 milioni, per un totale di più di 5 milioni di dollari.
Nel corso degli anni Malick chiese sempre più tempo e più soldi per la realizzazione, arrivando a sforare decisamente la deadline prevista per la fine del 2012. Così, la Seven Seas, che no-profit non è proprio, si è cominciata a spazientire, giustamente diciamo noi, chiedendo indietro i propri soldi a Malick e sguinzagliando i loro avvocati. La motivazione principale è stata che Malick avrebbe "dedicato le sue energie in quattro altri film negli ultimi 5 anni". Ed in effetti è vero: il regista, noto per la lentezza con la quale produce e crea le sue pellicole, di media una ogni decade, negli ultimi cinque anni ha già realizzato tre film diversi, tra cui The Tree of Life, To the Wonder e Knight of Cups, ed un quarto è in lavorazione.
I legali di Malick hanno però risposto colpo su colpo alle accuse della Seven Seas, affermando che "le richieste della Seven Seas sono totalmente ingiustificate. Tutti i fondi sono stati utilizzati in maniera appropriata. Inoltre, la decisione della Seven Seas di fare causa in maniera nascosta, non alla luce del sole per poi far uscire la notizia pubblicamente, senza informarci preventivamente, rappresenta un po' la debolezza delle loro motivazioni". Che qualcuno stia dicendo una balla è scontato, ma chi sarà?
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