
Un film che sembra fotografare lo stato attuale del cinema coreano. Quello di un'industria cinematografica capace di sfornare blockbuster di ottimo livello, ma dove trova sempre meno spazio una dimensione più autoriale e coraggiosa. Cinema coinvolgente, ma così artefatto da non emozionare veramente. Così il nuovo lavoro di Kim Jee-woon pur regalando due ore abbondanti di buono spettacolo, arricchito di almeno un paio di scene di alta scuola e da un interprete sempre carismatico come Song Kang-ho, passa senza lasciare particolarmente il segno